25 luglio 1915 - 5 agosto 2019

Gunjace Bala 25 luglio 1915 ore 4 pom.
Augusta mia
Stamani mi è capitata tra mano una cartolina illustrata e te l’ho spedita scrivendo qualche cosa. A mio riguardo non posso darti che delle solite notizie. 
Siamo qui a Gunjace da 5 o 6 giorni, mentre i due battaglioni del 126 che erano in questo stesso luogo sono stati mandati alla conquista di M. Sabotino. Eravamo partiti otto giorni fa insieme da Liga (un reggimento costituito di un battaglione del 125 e di due battaglioni del 126) per recarci a Ventolja in riserva della 3° divisione che opera su Gorizia. Arrivati a Ventolja mi viene comunicato l’ordine di passare al battaglione del 125 per comandare la 12° Compagnia e contemporaneamente vien comunicato a tutto il reggimento l’ordine di recarsi qui a Gunjace in attesa di ordini. 
Dopo due ore il generale D’Agata manda a chiamare tutti gli ufficiali del reggimento per avvertirli che era sua opinione tentare un colpo di mano su M. Sabotino a nord di Gorizia, e cercare di compiere l’opera di conquista già iniziata da due mesi con poco profitto. Ci sentimmo gelare il sangue. Si trattava di compiere una delle più terribili imprese paragonabili a quelle di Plava. 
Ma il battaglione del 125 doveva rimanere a sua disposizione cosicché l’azione era affidata ai due battaglioni del 126. Grande sospiro di sollievo! 
Il mio capitano poveretto mi disse partendo di ricordarlo, di scrivere a casa sulla sua sorte e mi baciò teneramente. I poveri Sanminiatesi si avviarono silenziosi e pensierosi mentre la notte scendeva ed il cannone cominciava già a tuonare. Quella notte non ho dormito, ed al mattino mi sono recato su di un’altura vicina per seguire con il binocolo la loro sorte. Sono arrivati dopo 7 ore di mancia ed alle 5 hanno cominciato l’avanzata. D’un tratto sono cominciati a scoppiare su di loro fitti colpi di srapnels ed io vedevo le fiammate e trepidavo per loro. Sorpresi hanno dovuto subire molte perdite, però i feriti sono tutti leggeri o quasi tutti. 
Vi hanno lasciato la vita alcuni della mia compagnia, il povero Maggio Landi del mio battaglione, il ten Valori; i feriti venivano qui a Gunjace. Tra quelli vi erano 6 o 7 ufficiali. Quelli della mia compagnia erano tutti salvi! Ho visto anche Cecchi ferito leggermente alla coscia destra e Pazzini con una coscia trapassata da un proiettile di fucile. Pazzini era contento perché almeno ha detto guarirò e andrò un po’ a casa, Cecchi no perché dubita che lo rimandino subito sul fronte.
Non ostante le perdite la compagnia ha continuato ad avanzare ed è arrivata a 100 metri dai reticolati Austriaci. Li ha dovuto fermare, i reticolati sono il più grande incubo nostro, perché gli austriaci nascosti nelle trincee sparano a poca distanza quando le truppe sostano per tagliarli e passare. Dopo due giorni la compagnia ha dovuto tornare un po’ indietro per dare agio alle artiglierie di battere trincee e reticolati e credo sia ancora in attesa. 
Come vedrai dai giornali gli Austriaci vanno prendendo delle botte serie qui presso nel Carso, ma ancora c’è da fare per prendere il campo trincerato di Gorizia. I monti vicini sembrano in fiamme, i cannoni di grosso calibro li battono incessantemente giorno e notte distruggendo tutto. Alcuni sono rossi abbruciati. Bisognerebbe che il tempo di quando in quando non ci affliggesse colla pioggia ed allora le operazioni procederebbero più velocemente. In questi passi o monti la pioggia ci inchioda, non è possibile fare un passo senza cadere.



Ecco uno schizzo di queste posizioni che credo poterti mandare impunemente perché non rivela niente delle nostre operazioni e qualunque intelligente potrebbe dedurre anche dalle carte topografiche. Del resto leggendo i giornali si hanno anche dettagli maggiori e quindi credo non commettere nulla di male informandoti un po’ dettagliatamente della nostra condizione. [...]
E voialtri? Come state? I bambini cominciano a diventare neri? La Sg Maddalena come sta? Attendo qualche notizia. Tu avrai scritto ma io non ho ancora avuto nulla. Verranno. 
Divertitevi dunque e non state in pensiero per me che fino ad ora le vostre preghiere mi hanno salvato. Continuate a pregare e vogliatemi bene. Tanti baci e bacioni per tutti. Per te un abbraccio forte. 
Tuo Cornelio


Dopo aver passato mesi a trascrivere queste lettere mi è venuta voglia di andare a scoprire questi luoghi, quindi quest'estate le nostre vacanze sono state sulle tracce del bisnonno. Trovare il punto da cui è stato fatto questo disegno era quindi uno degli obiettivi primari della vacanza. Così, dopo un pò di ricerche su Google Maps, un pomeriggio ci siamo addentrati per le colline sopra Gorizia. E tra filari di vigne e piccoli gruppetti di case, mi sono addentrata nel Collio sloveno o Brda. E sono arrivata a Gunjace Bala, oggi  Gugnazze, mentre San Martino è diventato Šmartno. E seguendo una stradina laterale sono arrivata ad un monumento eretto in memoria alle 315 vittime della Seconda guerra mondiale della destra dell'Isonzo e ad una torre panoramica, alta 23 metri con 144 gradini e costruita nel 1961. Un pannello in italiano ricorda durante la grande guerra questa zona fu occupata dalla 2 e 3 armata italiana che da qua bombardavano le postazioni difensive austriache.
E da qua Cornelio Rossi assistette all'attacco dei suoi compagni e scrisse alla moglie, allegando un semplice schizzo che racconta oggi della dolcezza di queste colline e dell'orrore di quella guerra.


La giornata era un pò nuvolosa, e la fotografia non rende, ma da quella torre la vista è veramente sconfinata.

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