PETROLIO E BANANE

In Costa D'Avorio c'è una guerra civile in atto da novembre. Gli scontri iniziati a dopo il rifiuto dell'ex-presidente Laurent Gbagbo di lasciare il posto al neo-eletto Alassane Ouattara stanno ormai arrivando
all'atto finale.  Gbagbo, ormai sconfitto e abbandonato da tutti, rintanato in un bunker della sua residenza a Abidjan, ancora rifiuta di arrendersi. I tentativi di resa diplomatica sono stati fino ad ora inconcludenti e l'unica strada pare essere quella militare.
Da oggi dovrebbero entrare in vigore nuove sanzioni economiche da parte dell'Unione Europea contro il governo illegittimo. Così riportano i giornali italiani (qui e qui).
Un articolo di Le Monde che racconta delle difficolta di alcuni ambasciatori a lasciare la Costa D'Avorio e termina così l'articolo: "Les affrontements à l'arme lourde dans Abidjan ont fait, selon l'ONU, des dizaines de morts et la situation humanitaire est devenue "absolument dramatique", la plupart des hôpitaux ne fonctionnant plus".
Analisti internazionali parlano di massacri perpetrati dalle truppe del neo presidente, ad Abidjan e in altre zone del paese. E comincia il dramma dei rifugiati nei paesi confinanti.
Ovviamente le informazioni che abbiamo in questi casi sono sempre parziali, e non voglio certo fare finta di essere un'esperta, ma che siamo in una situazione di crisi umanitaria mi sembra evidente.
mi viene alla mente allora una domanda: dal momento che abbiamo approvato l'intervento militare in libia (e non dico che abbiamo fatto bene o male, dico solo che l'abbiamo approvato, noi come paesi occidentali), ma che differenza c'è tra i morti libici e quelli ivoriani?
Ah, già: quelli stanno seduti sopra un'enorme serbatoio di petrolio, questi su un carico di banane...

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